DISSENTIRE È NECESSARIO

DISSENTIRE È NECESSARIO

Non vi è dubbio che la società in questi ultimi due anni abbia subito delle trasformazioni, già in atto peraltro da tempo, ma divenute con la pandemia talmente eclatanti da essere sotto gli occhi di tutti, anche degli osservatori meno accorti.


Come afferma Ugo Mattei intervenuto al convegno “Dubbio e Precauzione” del 6 marzo 2022:

“…la gestione italiana della pandemia è stata fin dall’inizio una catastrofe e penso anche che ci siano degli elementi dolosi nel senso che non penso proprio che le cose siano state fatte sorpresi da una emergenza assolutamente imprevedibile. Forse nella primissima parte si poteva utilizzare quella scusa ma man mano che si è andati avanti si è capito perfettamente che ci sono dei ritorni dal punto di vista della concentrazione del potere”.

Ma come si è riusciti a innescare un processo di controllo sulla popolazione in Italia e far accettare all’opinione pubblica tutte le misure repressive e di contenimento delle libertà personali adottate?

Forse attraverso una vera e propria forma di terrorismo mediatico per ottenere il consenso delle masse, tenute distanti, distratte, soprattutto divise e terrorizzate?

Forse attraverso la manipolazione dell’informazione mainstream, la cosiddetta “propaganda”? i

Forse attraverso un atteggiamento paternalistico del potere, per cui i cittadini sono stati e sono ancora considerati dei bambini piccoli, dei soggetti minorenni che, non ancora in grado di pensare e di prendere decisioni consapevoli, devono affidarsi esclusivamente ai dogmi del giornalismo e della scienza, culti inappellabili, incontrovertibili, incontestabili?

Chiunque osi pensare con la propria testa utilizzando il pensiero critico e dissentire, viene immediatamente incasellato in etichette denigratorie, ormai entrate a far parte del vocabolario quotidiano: complottista, no vax, no mask, facendo leva su una tecnica della sociologia, ovvero quella del framing, per incasellare coloro che semplicemente ancora esercitano il proprio pensiero critico e libero come complottisti. Questi vengono ridicolizzati, silenziati e tramite la patologizzazione del dissenso perseguitati e equiparati ai pazzi.

Perché allora è necessario dissentire?

Giuseppe Prezzolini, giornalista, scrittore, editore e docente universitario, in una lettera pubblicata nel numero 28 della rivista “La Rivoluzione liberale” del 28 settembre 1922, criticava la politica del tempo, citando la Società degli àpoti a cui idealmente si era iscritto, composta da coloro che si sottraggono al “tumulto delle forze in gioco per chiarire le idee, per far risaltare i valori, per salvare sopra le lotte, un patrimonio ideale, perché possa tornare a dare frutti nei tempi futuri”. Tale lettera contribuì a innescare un dibattito tra alcuni illustri intellettuali dell’epoca.

Si tratta perciò di diventare consapevoli innanzitutto della manipolazione dell’informazione in atto in questi ultimi anni, per assumere un atteggiamento non più passivo ma di risveglio della coscienza critica, per poter esercitare la libertà di pensiero e di parola evitando in tal modo di finire in una società del controllo di massa e di compressione delle libertà individuali.
















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