ANIME ILLUMINATE
L’Europa terreno di scontro
Ida Magli, immensa studiosa romana, docente di antropologia culturale presso l’Università La Sapienza di Roma, giornalista e saggista tradotta in molte lingue, alla vigilia dell’entrata in vigore della moneta unica, riteneva l’Unione Europea una costruzione imperialistica senza fondamenta che gli stessi governanti avevano progettato in maniera spropositata: anziché cominciare a costruirla dall’insieme delle istituzioni politiche e dei popoli, hanno iniziato dalla “moneta”.
MA PERCHÉ PROPRIO DAL DENARO?
Il denaro è concreto, più facilmente gestibile rispetto ai sentimenti le aspirazioni le lingue, le patrie, vale a dire rispetto a tutto quello che riguarda l’identità dei popoli.
La moneta sostituisce la lingua, la libertà e una volta distrutto il tessuto culturale, umanistico e religioso dei popoli europei, si distruggerà tutto.
L’antropologa si chiedeva, ponendo la questione ai giornalisti, agli intellettuali, alle istituzioni, come mai l’Unione Europea dovesse essere calata sulla testa dei popoli senza che ci fosse stato un minimo dibattito e come ci si potesse fidare di architetti che avevano progettato un palazzo senza solide basi.
Era convinta, e come non darle ragione oggi, che l’Unione Europea avrebbe segnato la fine dell’Europa come ricchezza culturale del mondo e sarebbe diventata solo il terreno di scontro tra l’America e la Cina.
Questo accadeva 20 anni fa.
“Leader, governanti, giornalisti e clero europei spingono ogni giorno il loro continente a perdere le proprie caratteristiche per unificarlo e omologarlo al resto del mondo”.
Ida Magli – Dopo L’Occidente, 2012

Nel suo “Dopo l’Occidente” del 2012, l’antropologa si opponeva al mondialismo che porta all’azzeramento delle civiltà a favore di una riorganizzazione antropologica artificiale senza radici né storia; al politicamente corretto che altro non è che la castrazione ideologica dell’Umanesimo.
L’Umanesimo fu un fenomeno che germogliò in Italia, ma affondò le radici nell’antichità europea delle culture greca e latina per estrarne l’essenza. Fece riferimento alla conoscenza dell’anima umana senza necessariamente prestare fedeltà a dogmi ed editti, ma fondandosi sul ragionamento e sulla centralità dell’essere umano come inizio e fine dell’esperienza, sganciandosi dalla pesantezza medievale.
L’Umanesimo è il nucleo fondante della nostra civiltà moderna, con le sue Dichiarazioni Universali dei Diritti Umani e le Costituzioni Democratiche, di cui quella italiana è un fulgido esempio di rispetto dell’altro, quel rispetto che si trova nel pensiero di Terenzio quando enuncia il concetto di “Humanitas”, come “…volontà di comprendere le ragioni dell’altro, di sentire la sua pena come pena di tutti” alla base delle relazioni umane dove l’uomo, seppur diverso da noi, non è un nemico o un avversario “…da ingannare con mille ingegnose astuzie, ma un altro uomo da comprendere e aiutare”. Sono questi i concetti che le moderne politiche vogliono cancellare per poter riportare in auge la discriminazione, la guerra, il conflitto sociale, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo.
Ecco che all’Umanesimo estremamente necessario oggi, mentre soffiano venti di guerra, si vorrebbe sostituire una triste e uniforme struttura fantaculturale attraverso l’imposizione di blocchi etici divenuti automatici che ci obbligano a non dire quello che pensiamo; all’errore di valutazione indotto dal potere mediatico che altro non è che il paradigma del dogmatismo di chi vuole imporre come indiscutibili e assolute le proprie opinioni:”Se tutti delirano, nessuno delira. Ma laddove delira il “rappresentante” di tutti, è sufficiente che sia lui a delirare”; alla complicità dei giornalisti nella falsificazione del bene; alla connivenza della Chiesa al progetto mondialista.
PROFEZIA AGGHIACCIANTE LA SUA, EPPURE È QUELLO CHE ACCADE OGGI.
Torniamo perciò ad affondare le radici nel profondo della nostra tradizione culturale italiana ed europea e traiamo da essa, direttamente dalle sorgenti umanistich, la necessaria forza rigenerativa proprio nel momento in cui la tempesta sferza il continente. Rinnoviamo la nostra fedeltà all’essere umano che “…non è un nemico o un avversario da ingannare con mille ingegnose astuzie, ma un altro uomo da comprendere e aiutare” e che seppur diverso da noi vogliamo ascoltarlo e comprenderne “…le ragioni, sentire la sua pena come pena di tutti” unica vera forza interiore di fronte ai deliri dei pochi spacciati per volontà dei molti.