Sotto la linea di galleggiamento
Ma i cittadini sanno e si deve sapere che sanno.
Peter Doshi, docente di Servizi sanitari farmaceutici ed esperto di sperimentazioni cliniche all’Università del Maryland, negli Stati Uniti, nonché senior editor del British Medical Journal, stronca i tre vaccini anti Covid.
Il suo intervento nella Tavola Rotonda organizzata da Ron Johnson – senatore repubblicano del Wisconsin dal titolo “Sen. Johnson Expert Panel on Federal Vaccine Mandates” denuncia con toni pacati la falsificazione dei risultati dei vaccini.
Le sue parole sono semplici e comprensibili anche ad un pubblico non specializzato: si pone delle domande le cui risposte altro non sono che la logica conseguenza del buon senso sostenuto dalla conoscenza dei dati e dal loro confronto. Interessante come l’accademico porti degli esempi in cui anche la lingua ha la sua importanza e insieme ad essa la sua manipolazione arbitraria.
Secondo Peter Doshi che ha esaminato gli studi clinici sponsorizzati dall’industria per oltre un decennio, il business e il marketing sembrano essere il volano delle sperimentazioni.
Tale affermazione gli deriva dalla sua esperienza durante l’influenza suina: ha combattuto per 4 anni per accedere ai dati della sperimentazione clinica del farmaco Tamiflu. Voleva analizzare le mille pagine dello studio interno aziendale e sapeva che i documenti erano sotto la linea di galleggiamento.
Ci troviamo oggi nella stessa situazione: i dati per i vaccini Covid non sono disponibili come non lo erano per il Tamiflu.
Questo sta a significare che per analizzare i dati della sperimentazione, per avere evidenze certe su Pfizer bisognerà aspettare fino a maggio 2025.
Per Moderna la pubblicazione dei dati potrebbe arrivare a fine 2022 mentre per Johnson & Johnson luglio 2022.
Quindi il processo non è ancora terminato.
Sono pochi gli operatori sanitari e i ricercatori abituati a condurre un’ attività indipendente di revisione dei dati grezzi. Quindi quando i dati risultano inaccessibili, le proteste sono ininfluenti.
Sarebbe necessario un cambiamento culturale affinché la condivisione dei dati diventi la norma e non l’eccezione. Inoltre sarebbe opportuno dichiarare in anticipo che non verranno approvati trattamenti o vaccini senza che ci sia completa trasparenza dei dati.
Stiamo obbligando milioni di persone a vaccinarsi contro il Covid e qualunque sia la parola che vogliamo usare per descrivere questa situazione, senza dati non è scienza.